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Effetti Speciali

I denti della Lola

by on Nov.07, 2011, under Effetti Speciali, Eventi

denti cosmetici

Dopo aver visto il video che, gentilmente, la nostra Memole ha postato su youtube dei denti che le avevo realizzato, Lola, famosa Drag Queen dell’Art Club di Madame Sìsì e amica da lunga data, ha pensato che non poteva essere da meno. Certo, con qualche piccola variazione.

Per calarsi ancora di più nel personaggio infatti, non le interessavano affatto due affilate zanne da vampiro, bensì una bella arcata di denti bianchissimi e scintillanti, drittissimi, da poter mettere e togliere con facilità, e senza impedimento durante il parlato.

Così, una volta preso il calco, mi sono messo al lavoro.

Seguendo passo per passo le stesse fasi descritte nel tutorial dei denti da vampiro,  ho realizzato il modello,  stampo e positivo per entrambe le arcate, con particolare attenzione che la chiusura rimanesse buona, cioè che a bocca chiusa la protesi di sotto (mandibola) non adasse ad interferire con i denti  superiori (mascella).

Di seguito qualche foto delle fasi di realizzazione.

 
Modello su calco in gesso

protesi superiore ed inferiore stampate

protesi superiore ed inferiore stampate, vista frontale

Modello denti su calco in gesso

Protesi superiore ed inferiore stampate

Protesi superiore ed inferiore stampate, vista frontale
 
entrambe le protesi sui calchi, separate

dentatura cosmetica colorata

dentatura cosmetica terminata, colorata e lucidata
 

entrambe le protesi sui calchi, separate

dentatura cosmetica colorata

dentatura cosmetica terminata, colorata e lucidata
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Come realizzare un naso finto in lattice ad uso teatrale

by on Ott.12, 2011, under Effetti Speciali, Eventi

Ecco le istruzioni illustrate passo passo su come ho realizzato i nasi per alcuni personaggi del palio di Pomarance.

Trattandosi di uno spettacolo teatrale il cui trucco non richiedeva la verosimilianza del trucco cinematografico,  ed essendo il naso una parte del viso poco flessibile e deformabile, ho pensato non fosse necessario ricorrere alla schiuma di lattice per realizzare questo tipo di protesi, ma che potesse funzionare bene anche il lattice liquido prevulcanizzato.

Il primo passo nella realizzazione della protesi quindi è stato lo studio del disegno (tutto lo spettacolo nasce e si sviluppa intorno ad un fumetto) e la creazione del modello.

naso in gesso e modello di naso in pongo calco di naso in gesso e modello di naso in pongo

Pur avendo a disposizione il positivo di un naso (il mio! 🙂 ) in gesso su cui lavorare, e che ho usato come riferimento per le dimensioni, per praticità ho realizzato il tutto su una tavola in PVC (il mio tagliere da cucina).

Terminata la fase di modellazione della plastilina (qui ho usato del comunissimo Pongo)  e ricreato una sottile bucciatura per simulare l’effetto della pelle, ho utilizzato  il ritaglio della base di una bottiglia per circondare il modello e creare un contenimento per la colata, poichè si adattava benissimo nelle dimensioni, e successivamente ho versato il gesso per ottenerne l’impronta.

In questa fase è importante fare in modo che le piccole bolle d’aria inevitabilmente presenti nella miscela acqua/gesso escano,  evitando così che creino imperfezioni allo stampo.  Per fare ciò, dopo aver versato completamente il gesso nello stampo,  è sufficiente battere energicamente sulla base a cui è appoggiato il modello, creando così vibrazioni.

naso in gesso e modello di naso in pongo calco di naso in gesso e modello di naso in pongo

Ottenuto lo stampo e rimosso il modello in pongo, che dovrebbe lasciare l’impronta ‘pulita’, si può procedere al primo stampaggio.

Per fare ciò occorre versare un quantitativo minimo di lattice liquido al’interno dello stampo, e muovere successivamente lo stesso per fare in modo che il lattice vada a coprire solo le superfici interessate, evitando che sbordi dallo stampo o che si depositi sul fondo.

Lo stampo va lasciato asciugare all’aria aperta (volendo si può velocizzare il processso con un asciugacapelli) e al termine tutta la parte in lattice esposta va incipriata con cipria neutra o boro-talco. Questo eviterà che il lattice si incolli su se stesso durante la fase di estrazione.
Generalmente uno strato solo di lattice risulta molto sottile e non è sufficiente a fare in modo che la protesi realizzata abbia la consistenza richiesta, per renderla più rigida si possono creare altri livelli successivi al primo, lasciando però margini successivi ‘a scalare’ della distanza di 1/2 millimetri dal bordo precedentemente creato, per fare in modo che i bordi, rimanendo più sottili, risultimo invisibili una volta incollati.

stampo in gesso contenente lattice liquido stampo in gesso con lattice in attesa di asciugatura

Una volta raggiunta lo spessore desiderato, ricordandosi di incipriare per bene il tutto, si può procedere, sollevando un angolo del lattice e infilandoci sotto un pennellino carico di borotalco, a staccare il naso dallo stampo.
La cosa va fatta stando bene attenti che l’oggeto realizzato non si ripieghi su se stesso, incollandosi in modo irrimediabile.
Qui sotto i nasi come si presentavano separati dal gesso, pronti per essere applicati e colorati.

naso in lattice estratto dallo stampo naso in lattice estratto dallo stampo
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Zombie Make Up Tutorial – Come diventare uno Zombie !

by on Feb.23, 2011, under Effetti Speciali, Eventi, Make Up

Titolo Zombie MakeUp Tutorial

Come promesso qualche giorno fa, ecco alcune semplici istruzioni per realizzare in poco tempo e con materiale di facile reperibilità un bel trucco da Zombie, sempre in tema visto il carnevale ormai imminente o nel caso vogliate allontanare partner un po’ troppo assillanti 🙂

Materiale necessario:

  • Base bianca per facepainting (ottima anche quella in crema per trucco da clown)
  • Matita nera per il trucco
  • Colore rosso fuoco (bene anche solo un rossetto)
  • Lattice liquido prevulcanizzato (in alternativa un velo di carta igienica e vinavil)
  • eventualmente un correttore / fondotinta economico

Come procedere:

Applicare con una spugnetta il lattice liquido alle guance e fare in modo che si asciughi utilizzando un phon.  Nel caso in cui non si disponga del lattice (lo vendono in mesticheria o nei negozi di colori a pochi euro) si può procedere come segue:

Separare da un pezzo di carta igienica (o da un fazzoletto di carta) due veli, strapparli in modo che seguano in maniera approssimativa il profilo della guance (otteremo due forme più o meno ovali) e incollarli al viso, uno per guancia, utilizzando come collante vinavil diluito in un po’ d’acqua, stando attenti di applicare la colla solo ai bordi dell ovale, e non nella parte centrale.


Zombie MakeUp Tutorial

Zombie MakeUp Tutorial

Terminata questa operazione si può procedere ad imbiancare leggermente il viso, preferendo come zone più bianche la fronte, il naso e gli zigomi.


Zombie MakeUp Tutorial

Zombie MakeUp Tutorial

Applicate ora un po’ di nero sugli occhi: su tutta la palpebra superiore e sulla palpebra inferiore, circondando tutto l’occhio.
Aspettate che si asciughi un po’ (nel caso stiate utilizzando colori ad acqua) poi impastatelo con un po’ di rossetto e sfumatelo sul bianco: l’obiettivo è quello di raggiungere un colore viola scuro.


Zombie MakeUp Tutorial

Zombie MakeUp Tutorial

Ora, con la matita o il colore nero create un chiaroscuro sulle guance: l’obiettivo è quello di dare un’idea di svuotamento, poi si può procedere a rompere il lattice o la carta igienica in strisce verticali, colorando la pelle sottostante con il rossetto rosso, per dare un’idea della carne viva.


Zombie MakeUp Tutorial

Zombie MakeUp Tutorial

Infine colorare la punta del naso e le labbra con il nero.
Se stiamo usando una matita o l’eyeliner può essere interessante segnare qualche linea trasversale, molto sottile sulle labbra, non troppo lunga, che dia l’idea  di un labbro che si sta rompendo.


Zombie MakeUp Tutorial

Zombie MakeUp Tutorial

Il correttore o il fondotinta può essere utile a questo punto nel caso ci si renda conto che abbiamo esagerato con il bianco o si voglia sfumare ulteriormente bianco e nero (applicatelo sul nero per schiarirlo, poi sfumate verso il bianco).

Se poi vogliamo aggiungere qualche altro dettaglio, possiamo disegnare due linee tondeggianti e parallele sulla fronte, da sfumare poi verso l’esterno, per dare l’idea del passaggio di una grossa vena o che la pelle si stia rompendo.


Zombie MakeUp Tutorial

Zombie MakeUp Tutorial

Un alone rosso intorno alla bocca e macchie fatte tipo schizzi di sangue renderanno più macabra e terrificante la vostra creazione..


Zombie MakeUp Tutorial

Collo e mani colorate dello stesso colore del viso , e capelli spettinati a dovere e fissati con un po’ di lacca o schiuma vi renderanno degni del risveglio dalla morte …


Zombie MakeUp Tutorial

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Come realizzare denti da vampiro

by on Mar.11, 2010, under Effetti Speciali

Ecco qui il backstage per la realizzazione di una dentiera (si tratta in realtà di una corona) di realismo indiscusso, di sicuro effetto nella realizzazione di cortometraggi, eventi live, cosplay o semplicemente per cambiare un po’ il proprio look a seconda delle mode.

Corona da vampiro

L’ occorrente è reperibile in tutti i negozi per dentisti o odontotecnici, eventualmente ad un buon prezzo anche online.

Materiale necessario:

  • Un porta impronta superiore della misura desiderata
  • Alginato per impronta, lento.
  • Gesso in polvere.
  • Guanti usa e getta in lattice.
  • Plastilina o pongo.
  • Grasso di vaselina.
  • Resina per provvisori.
  • Lattice liquido prevulcanizzato
  • Bototalco
  • Silicone da impronta (ne basta una piccola quantità)
  • eventualmente Colori acrilici su base acqua

Corona da vampiro

La prima fase consiste nel prendere l’impronta della dentatura. Ciò si effettua utilizzando l’apposito portaimpronta e una giusta miscela di acqua e alginato (io uso Neocolloid, che è ottimo anche per effettuare il calco del viso e di qualsiasi parte anatomica).

Una volta che l’amalgama si è stabilizzata ed indurita (dai 3 ai 5 minuti) la si può rimuovere dalla bocca e riempire con una miscela di acqua e gesso. Consiglio di effettuare questa operazione in due fasi: la prima con una miscela molto liquida che deve stratificarsi su tutta l’impronta, operazione durante la quale è neccessario batterla leggeremente sul tavolo, sia per togliere le piccole bollicine di aria presenti, che per dar modo al gesso di prendere ogni dettaglio presente sul calco.

La seconda, a distanza di pochi minuti dalla prima, un pò più densa, come riempitivo.

Dopo un periodo variabile da 20 minuti a 2 ore, in funzione del gesso che avete scelto, il vostro positivo è pronto.

Se avete a disposizione del lattice liquido, vi consiglio di usarlo per ricoprire l’impronta con un leggero film, tamponandolo poi con il borotalco: questo renderà molto più agevole la fase di distacco della protesi nonchè darà un leggero ‘gioco’ alla corona realizzata, che la renderà più comoda e durevole nel tempo.

Sul positivo così creato e ricoperto dallo strato di lattice, è ora possibile procedere alla modellazione dei vostri nuovi denti con il pongo o la plastilina.

A lavoro terminato ricoprite tutto con un leggero strato di grasso di vaselina, che, oltre a permettervi il distacco del controstampo che andremo a realizzare, è anche utile per dare una buona lucidatura a tutta la dentatura.

Corona da vampiro

Il prototipo così relizzato deve essere messo nel congelatore per un paio d’ore, affinche il pongo o la plastilina prendano una buona consistenza.

Terminata tale attesa si può procedere ad effettuare lo stampo con chiave (cioè con un dettaglio, come ad esempio un piccolo perno posto nel palato) che ne permetta l’identico riposizionamento del controstampo.

Per realizzare quest’ultimo si possono utilizzare diverse tipologie di materiali, ma sperimentalmente ho verificato che il migliore è il silicone per impronta (Flexitime EasyPutty), che si stacca facilmente dal gesso una volta catalizzato, è flessibile e permette leggeri sottosquadri, separa bene la resina ed è riutilizzabile !

Aspettate quindi che il controstampo che avete colato o plasmato sul modello sia indurito, e separatelo di nuovo dal vostro lavoro. Assicuratevi che il lavoro fatto fino ad adesso sia riuscito bene ed eliminate la plastilina dal positivo (e se presente in tracce, anche dal negativo).

Arriva adesso il momento più delicato, la realizzazione della protesi vera e propria per stampaggio.

Vista la natura delle sostante utilizzate, vi consiglio di lavorare in un posto ben areato e utilizzando i guanti di lattice.

Liquido e polvere (ho usato DuraLay di un colore medio chiaro) vanno amalgamati nelle quantità idonee (circa 1:1) e successivamente versati nello stampo, chiuso immediatamente con il positivo creato precedentemente posizionandolo col la chiave. Ovviamente uno stampo morbido renderà molto più agevole la fase di rimozione.

Corona da vampiro

Dopo un tempo variabile tra mezz’ora e 2 ore a seconda della resina utilizzata sarà possibile rimuovere la corona per tagliarla, rimuovere le piccole imperfezioni, lucidarla, e finalmente colorarla.

In alcune delle immagini allegate vedete come abbia lasciato un’ampia zona di copertura sulla gengiva. Questo non è sempre necessario, anzi, spesso le protesi più realistiche coprono solo i denti. Un sapiente uso del colore ed un paio di mani di trasparente lucido daranno finalmente vita al vostro sospirato lavoro.


Calco in gesso

Modello in plastilina

Controstampo in silicone

Calco in gesso

Modello in plastilina

Controstampo in silicone

Modello stampato

Modello rifinito

Modello rifinito

Protesi stampata

Protesi rifinita

Protesi colorata
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Cornina da diavolo in lattice

by on Feb.22, 2010, under Effetti Speciali

Oggi vorrei mostrarvi come realizzare con semplicità un paio di piccole corna da diavolo in lattice liquido prevulcanizzato.
Occorrente:

  • Plastilina da modellazione (io uso il Pongo, più economico e facilmente reperibile)
  • Gesso in polvere (se non vogliamo fare un lavoro particolarmente preciso e ricco di dettagli anche il gesso che si trova da chi vende articoli per edilizia potrà andare bene)
  • Grasso di vaselina (disponibile dal ferramenta)
  • Lattice liquido prevulcanizzato (anche in questo caso io ho scelto materiale economico disponibile in un negozio di belle arti)
  • Un contenitore che possa ospitare il nostro modello dalle dimensioni di poco superiori (realizzabile in caroncino o più semplicemente tagliando una bottiglietta di plastica)

Una volta stabilite ad occhio le dimensioni del nostro modello (un corno in questo caso) iniziamo la fase di modellazione con il Pongo, appoggiati su una base piana isolata dal tavolo di lavoro con un foglio di carta,  cercando di dare una forma arrotondata e concava alla base.

Modello di corno in plastilinaOttenuta la forma desiderata, e aggiunto qualche piccolo dettaglio per aumentarne il realismo (ad esempio striature verticali sulla parte di osso del corno o una semplice bucciatura sulla parte in pelle)  occorre posizionare il modello in un apposito contenitore (che può essere una piccola scatola di cartoncino realizzata su misura o,  come nel mio caso, il fondo di una bottiglietta di plastica), alto almeno qualche centimentro in più del modello,  e distribuire sulla superficie in maniera delicata (meglio se con un pennello) il grasso di vaselina che funzionerà da distaccante.

Fatto ciò si può fare il gesso e riempire il suddetto contenitore, fino a ricoprire completamente il nostro modello (che, ovviamente dovrà rimanere scoperto alla base (la faccia che tocca il fondo della scatola o della bottiglia) e non avere sottosquadri, per permetterene una rapida ed efficace rimozione.

Modello in plastilina e stampo in gesso

Una volta ottenuto lo stampo (il negativo) sara sufficiente:

  • applicare un leggero strato di grasso di vaselina
  • stratificare 3/4 livelli di lattice liquido prevulcanizzato,  tamponato con borotalco di volta in volta, quando asciutto

per ottenere infinite repliche del nostro modello.

Modello di corno in lattice liquido

Per ottenere un buon risultato consiglio di versare piccole quantità alla volta di lattice nello stampo, stampo che dovrà essere fatto ruotare affinchè il lattice liquido aderisca bene ai suoi bordi. Per velocizzare il tempo di asciugatura può esere utile avere a disposizione un asciugacapelli, da utilizzare a basse velocità e a una distanza di almeno 10/15 centimentri dallo stampo.

Il bordo esterno rappresenta la parte più delicata del lavoro: più sarà sottile più ‘invisibile’ risulterà l’applicazione della protesi. Per ottenere ciò in genere è sufficiente ridurre ad uno lo strato di lattice della parte più esterna, rimanendo più interni con gli strati successivi.

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